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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

TRUMP vs GENTILONI

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LE MENZOGNE SUL TRATTATO DI DUBLINO

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Berlusconi dice: " È stato un errore di Renzi e della Sinistra firmare il Trattato di Dublino che impone allo Stato di approdo di accollarsi la gestione del migrante ". Risponde Renzi : " Berlusconi ha detto che firmare il trattato di Dublino è stato un errore di Renzi e della Sinistra. Da quel momento i migranti che arrivano in Italia vanno gestiti dall' Italia da sola. Un solo dettaglio: quel trattato non l'ho firmato io. L'ha firmato lui nel 2003 ". L'argomento a poche settimane dal voto è delicato e sensibile. Chi dei due ha ragione? Prima di rispondere a tale quesito bisogna fare un po' di chiarezza su alcuni punti chiave, ad esempio sulla essenza del tanto discusso Trattato di Dublino . Negli anni '80 l'incremento dei flussi migratori verso la ancora esistente Comunità  Economica Europea aveva portato i suoi 12 paesi in data 15 giugno 1990 a firmare in quel di Dublino un accordo per regolare le istanze di asilo politico,

LETTERINA AGLI IMMIGRAZIONISTI

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IL PASTORE BERGOGLIO E IL SUO CATTOLICESIMO NEW AGE

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Sono passati quasi cinque anni dalla clamorosa abdicazione  di papa Benedetto XVI. Disse che sue " forze " non erano più adeguate ad esercitare il ministero petrino. Altre forze in Vaticano  infatti avevano già da tempo preso il sopravvento intorno a lui. Quindi nella cappella Sistina quel conclave  di marzo 2013 durò appena 2 giorni e 5 scrutini, durante i quali i 115 cardinali elettori si accordarono sul gesuita Jorge Mario Bergoglio  elevandolo al 266° papa. La fumata bianca fu veloce, niente altro che la semplice formalizzazione di una decisione frutto di precedenti accordi. Sin dagli anni '90 il cardinale Carlo Maria Martini  era stato uno degli organizzatori dei " ritiri  spirituali  " di San Gallo in Svizzera, allo scopo di coagulare insieme una corrente di vescovi e cardinali opposti al potere dell'influente cardinale Ratzinger in Vaticano. Oltre a Martini e altri, del gruppo facevano parte l'olandese Van Luyn, i tedeschi Lehman e Kasper,

LO SPAZIO DEL DISSENSO NEL LIMBO PREELETTORALE

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Esiste ancora spazio per dissentire in modo civile e ragionato in questo paese? Ora che il Presidente Sergio Mattarella ha sciolto le camere, ci si avvia dunque ad elezioni nazionali tra poche settimane. Ci aspettiamo da qui in avanti l'intensificarsi del dibattito politico sui vari media. Sarà poi davvero dibattito degno di tale nome, ovvero un sincero confronto di idee, programmi e persone, oppure dovremo assistere al teatrino privilegiato e prevedibilmente omologato dei soliti imbonitori? Non è certamente Mattarella il presidente più indicato a suscitare nei propri sudditi esplosioni di amor patrio, né a risvegliare coscienze. Dopo aver finalmente chiuso quella che probabilmente è stata di ogni tempo la peggiore legislatura, egli ha dunque pronunciato a fine anno un discorso degno di essa. A voce incredibilmente monotona recitava un testo piatto e noioso come la lettura di un elenco telefonico, e tentava con scarso risultato di non apparire, in espressione e gestualità,