VAXX O NO VAXX ?

Ecco dunque una questione di salute e prevenzione assurgere in tempi recenti ad amletico dilemma per i genitori del XXI° secolo. Cercando di analizzare insieme tale problema con realismo ed a 360°, dobbiamo innanzitutto fare qualche passo indietro nel tempo. Nel 1933 le autorità sanitarie del Regno selezionarono a Gruaro Strage di 
Gruaro - Wikipedia un gruppo di bambini per sperimentare un vaccino contro la difterite. Il siero iniettato causò in molti lesioni permanenti, nonché la morte di 28 di loro. Invece nel 1955 più di 200.000 bambini statunitensi ricevettero una vaccinazione antipoliomielitica difettosa, che generò 40.000 casi di poliomielite, 200 casi di paralisi e 10 morti. The Cutter Incident: How America's First Polio Vaccine Led to a Growing Vaccine Crisis - NCBI - NIH  Purtroppo il progresso della medicina ha conosciuto questi ed altri insuccessi, come i casi di certi trapianti d'organo malriusciti a quel pioniere che fu il chirurgo sudafricano Christiaan Barnard, e che pur tuttavia spalancarono una strada a tanti seguenti trapianti d'organo di grande successo. Oppure come la nota triste storia degli effetti nocivi del farmaco talidomide sul feto. Eppure oggi i farmaci sono presidi imprescindibili di prevenzione e cura di patologie altrimenti fatali. La scienza medica non sempre è esatta né può guarire ogni malanno. Talvolta, è  vero, può anche produrre danni, ma il più delle volte previene e guarisce. E se non guarisce, perlomeno cura. Le strisce pedonali aiutano ad attraversare incolumi una strada. Rare volte però un pedone viene colà investito. Non per questo dobbiamo decidere di abolire le strisce. Lo stesso discorso vale per i vaccini.

Il vaiolo è patologia con eruzione maculo-papulosa diffusa in tutto il corpo, complicata da cecità, cicatrici, deformità, osteomielite.  La mortalità è del 35%. Solo nel XX° secolo il vaiolo ha ucciso 300-500 milioni di persone Vaiolo - Wikipedia. Nel 1979 l'OMS ha dichiarato la malattia debellata,  grazie alle massicce campagne di vaccinazione.
 La difterite prima dell'epoca vaccinale colpiva fino a 10% dei bambiniDiphtheria Infection | Home | CDC - Centers for Disease Control and Prevention, con picchi di mortalità dal 30 al 50%. Dal 1920 la vaccinazione è la migliore strategia per evitare la malattia. Prima dell'era vaccinale la difterite causava 1500 decessi all'anno. Oggi i casi sono estremamente rari.

La poliomielite, prima che esistesse il vaccino, portava 3000 casi all'anno, con un picco di 8500 casi nel 1958. Dopo la vaccinazione di massa Poliomielite - EpiCentro - Istituto Superiore di Sanità c'è stata una drastica riduzione dell'incidenza dei casi, e l'ultimo caso italiano risale al 1982. La epatite B dava 3500 nuovi casi all'anno,  prima della diffusione di un vaccino nel 1991. Oggi l'incidenza è ridotta del 62%, ma nei bambini fino al 91%.
Possiamo in modo simile portare evidenza dei vantaggi della prevenzione vaccinale per patologie quali il tetano, la meningite, la parotite, la polmonite pneumococcica, la varicella.

Vorrei soffermarmi un attimo sul morbillo, perché vi sono sempre genitori che la considerano tutto sommato una patologia innocua, e quindi decidono di non vaccinare il proprio bambino. Altri ritengono tale vaccino addirittura pericoloso, perché potrebbe portare ad una encefalite. Anche qui bisogna considerare i numeri e i fatti. L'epidemiologia pertanto insegna come quest'ultima evenienza sia piuttosto rara, 1 caso ogni 10 milioni di dosi. La stessa epidemiologia evidenzia che molto più frequente è la pess, ovvero la panencefalite sclerosante subacuta, come complicazione della malattia: un caso ogni 1000-2000 malati di morbillo. E chi non fosse ancora convinto potrebbe dunque fare una chiacchierata con il dottor Castagnola dell'ospedale pediatrico Gaslini a Genova www.ilfattoquotidiano.it/ticoli/senza-una-profilassi-i-genitori-espongono-i-figli-a-rischi-mortali/.

È spesso per fragilità conoscitiva che giovani genitori cadono in preda a chi li vuole sfruttare per i propri fini "no vaxx", anche politici, come ultimamente si può notare nel nostro paese http://pepe.blogautore.repubblica.it/2017/05/11/ . Ho ascoltato anche personaggi affermare che i vaccini sarebbero in qualche maniera "spinti" dagli interessi delle multinazionali, di cui i governi sarebbero docile strumento ed i cittadini indottrinate cavie. È vero che un vaccino, come qualsiasi farmaco, ha un suo costo che a prima vista può anche apparire eccessivo. Si pensi però alle varie voci di spesa che concorrono alla sua commercializzazione:  i costi di ricerca necessari a far nascere un nuovo vaccino o a seppellirlo in caso di fallimento. Si considerino i costi di sperimentazione prima di poterlo testare negli umani. E poi le spese per dimostrare alla comunità scientifica l'efficacia di tale vaccino, e la sua assoluta sicurezza. E poi i costi di produzione. E poi anche il margine di guadagno, perché è giusto che il produttore raccolga infine un frutto per tutto l'impegno,  la fatica ed il rischio profusi.

Inoltre ci si dimentica spesso che un governo preferisca vaccinare piuttosto che curare. Lo stato vuole avere una società più sana ed anche evitare costi notevolmente maggiori. Prendiamo ad esempio la vaccinazione antinfluenzale stagionale. Se la copertura vaccinale arrivasse al 75%, si eviterebbero un 50% di ricoveri ospedalieri per complicazioni dell'influenza. Una giornata di ricovero costa oltre 800€, quindi non conviene al governo ricoverare, ma piuttosto vaccinare. Se esistesse un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale ( 50 milioni all'anno di nuovi casi al mondo ), ciascun governo ne ricaverebbe un grosso risparmio. Infatti nel nostro paese una fiala di palivizumab, immunoglobulina clonale adoperata come cura nel bambino, costa 1493 €.
Le persone ipercritiche e diffidenti, se non ostili, nei confronti dei vaccini correlati di scheda tecnica completa di ogni dettaglio, e dunque proposti dal proprio medico e dal ministero della salute, sono di frequente proprio quelle stesse persone che poi escono dalle farmacie carichi di prodotti fitoterapici ed omeopatici, per sé ed i propri cari, la cui composizione è un rebus senza soluzione, la cui efficacia è una promessa senza garanzia scientifica alcuna, e la cui deglutizione diviene quindi un atto di fede assoluta. La scatola riporta il posto italiano di confezionamento, ma non il reale produttore.

Ho osservato mamme e papà vegani o fruttariani tranquillamente fumarsi mezzo pacchetto o più di sigarette al giorno e demonizzare i vaccini. Per il fatto che questi conterrebbero sostanze sconosciute e metalli pesanti, un rischio insomma per la salute dei bambini, non già una loro protezione,  sempre secondo la ideologia di costoro.
Infine vi sono mamme e papà che non accettano la condizione di autismo dei propri figli. Vanno allora alla ricerca della "causa" di tale male, e la trovano infine anche nel vaccino. Nonostante non vi sia alcuna prova scientifica http://www.altalex.com/documents/news/2017/05/26/vaccini-autismo che un vaccino abbia mai provocato autismo, tale credenza è molto dura a morire. Forse perchè un vaccino appare essere un perfetto capro espiatorio al proprio dolore e senso di colpa di genitore.

In conclusione a quanto sopra, spero di aver potuto chiarire qualche dubbio e fare un poco di luce su questioni apparentemente ingarbugliate a riguardo dei vaccini. A proposito, il nome "vaccino" deriva dal latino VACCINUS, che significa "di vacca". È un riferimento alla grande scoperta del medico inglese Edward Jenner. Egli aveva notato come allevatori che contraevano il vaiolo bovino ( malattia benigna ), poi non si ammalavano di vaiolo umano. Iniettava dunque nel 1796 il siero di una pustola di vaiolo bovino in un bambino di 8 anni, e tale bambino non si ammalò più di vaiolo umano. E sempre a proposito di "vacca", un detto lombardo dice:
               "A chi vusa pusè la vaca l'è sua". A chi urla di più, la vacca è sua.
Spero dunque che il dilemma shakepeariano tra vaxx e no vaxx venga affrontato e risolto in modo razionale e con metodo scientifico,  e non già da chi grida più forte dell'avversario.

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