VERSO LA DISINTEGRAZIONE MULTICULTURALE


Il sabotaggio sistematico operato dalla Sinistra nei confronti dei valori e tradizioni del mondo occidentale ci ha condotto in un pantano da cui uscire sembra difficile. Ogni aspetto sociale, economico e culturale, propri di una convivenza normale e civile, è stato nei decenni passati duramente criticato ed attaccato. Ognuno di questi aspetti è stato quindi scomposto in pezzi slegati e privi di valore, per essere ricostruito in modo alquanto alternativo. In tal senso si può ad esempio vedere come il matrimonio gay non rappresenti tanto l'affermazione di una libertà a lungo negata, bensì un altro fendente teso ad svalutare il tradizionale matrimonio tra uomo e donna. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: matrimoni falliti, epidemia di divorzi e edificio sociale precario poiché sovvertito nei mattoni che lo compongono: le famiglie. La famiglia è pertanto allo sbando, il suo tramonto è comprovato dai suoi pochi figli, e la Sinistra ne ha banalizzato ogni aspetto fino a renderla insignificante. Anche i classici ruoli maschili e femminili sono fatti oggetto di continue delegittimazioni, col risultato di assistere oggi ad un grottesco proliferare di varianti sessuali come modalità esistenziali, ciascuna reclamando la propria dignità, parità e diritto.

Così come viene destrutturata l'identità sessuale dei giovani, così anche viene smontata ogni istituzione tradizionale, dalla scuola alla famiglia, dalla nazione alla lingua, dalla religione alla storia. In tali processi la Sinistra è particolarmente abile nel far apparire le cose l'opposto di ciò che in realtà sono: rubare diviene così condividere, sfruttare è aiutare, crimine è giustizia, proprietà è furto, perversione è normalità. Alla fine la destrutturazione identitaria degli umani li rende vuoti e manovrabili, pagine bianche su cui il Potere può facilmente stampare i suoi diktat.

Privare in tal maniera i nostri giovani di riferimenti culturali solidi, sostituiti da aria fritta, gingilli e stordimento, è forma di violenza che arreca loro grave danno. Relativismo e nichilismo ne conseguono, non ci sono certezze, il futuro è nebbia, manca il lavoro, i governi di Sinistra investono in sé stessi piuttosto che nei giovani. Nel 2016 sono stati 124.000 gli italiani che hanno abbandonato il belpaese,  di cui circa 50.000 giovani. Sono stati il 15% in più rispetto all'anno precedente, e 23% in più se si considera la fascia tra i 18 e i 34 anni. Andranno a contribuire alla crescita e al benessere dei paesi che li ospitano e che li faranno lavorare in cambio di una retribuzione equa. In compenso la Sinistra impone le sue politiche immigratorie senza fine né tetto, spacciandole per umanitarismo e giustificandole col calo demografico nostrano.  Gli africani arrivati faranno aumentare i tassi di povertà e disoccupazione nel nostro paese, riproponendo situazioni già viste e ben documentate negli Stati Uniti.  Gli immigrati in Italia durante il 2016 sono stati 181.000, un incremento del 18% rispetto all'anno precedente. Ma per Matteo Renzi presidente del consiglio ciò costituiva un numero ancora piccolo, se paragonato al milione di sedicenti profughi generosamente accolti nel 2015 dalla cancelliera  Angela Merkel. Oggi la disoccupazione e la povertà sono in aumento anche in Germania.
In questo clima decadente e preelettorale dove conta solo l'apparenza, la Raggi può marciare contro la mafia per raccoglierne i voti, Berlusconi ripromettere dentiere, Renzi inventersi ulteriori bonus e mancette,  e De Luca preparare altra frittura di pesce. Sembra che buona parte dei cittadini siano obnubilati dal reiterato chiacchiericcio ideologico dei salotti televisivi, e non vogliano né vedere né affrontare la realtà.

Ma intanto aumentano segregazione, intolleranza e razzismo nelle periferie delle città, e poi manca proprio il lavoro, potente fattore che contribuirebbe alla assimilazione e all'integrazione degli immigrati.
Vi sono però spesso fattori culturali che si oppongono a detta integrazione. Solo una Sinistra dal delirio ideologico può ancora credere di integrare nel tessuto multiculturale occidentale immigrati provenienti da società monoculturali quali sono quelle dei paesi musulmani. Come si può pensare che quelle donne, non appena giunte in Italia, si vestano e si atteggino libere e spregiudicate come le donne italiane? Oppure immaginare che si adattino alle abitudini di certe femministe nostrane che amano il sud del mondo ed i suoi aspetti esotici soprattutto al fine di trovarvi avventure sessuali che le facciano sentire ancora giovani quanto quei partners occasionali quivi incontrati? Oppure ritenere che una loro figlia frequenti qualche figlia di multiculturalista che magari è disposta anche a prostituirsi nei giardinetti di Milano per una dose di droga?

Diceva Erasmo da Rotterdam che

" Ciò che distingue il savio dal pazzo è che questi si fa guidare dalle passioni, mentre    il primo ha per guida la ragione. "

Infatti molto spesso il pensiero e le azioni dei militanti di sinistra sono la nefasta conseguenza del loro irrefrenabile coacervo emotivo. Non si spiega altrimenti quella loro insistenza utopica a voler far compenetrare una cultura identitaria, retta da norme coraniche dentro una cultura postcristiana, edonistica e consumistica come quella occidentale. Ciò appare follia allo stato puro. I veri razzisti sono pertanto i sedicenti antirazzisti favorevoli ad immigrazione incontrollata e Ius Soli, che causano così solo divisioni, contrapposizioni ed ammutinamento nella società. Essi sono in realtà complici degli schiavisti in Libia e dei trafficanti della merce umana, e si prestano pure al gioco del grande capitale, che mira a scompaginare profondamente la nostra società. Di tale aberrazione si rendono conto non solo gli italiani savi, ma anche moltissimi immigrati. E folle è anche chi decide di rinunciare alla proprio retaggio culturale, mentre accetta di buon grado e superficialmente la diffusione e gli effetti di nuovi stili di vita. È stupido pretendere di favorire il processo integrativo degli stranieri quando si proibiscono i mercatini di Natale, si nascondono le croci, si coprono le statue, si rinuncia al presepe. In tal modo l'ideale multiculturale del villaggio globale dove tutti sarebbero uguali e fratelli conduce invece ad una realtà di isolamento, se non di scontro e di razzismo. La Sinistra predica accoglienza degli usi e costumi stranieri ma al tempo stesso condiziona la decapitazione della cultura indigena. Tutto ciò non è nemmeno più multiculturalismo, bensì nichilismo estremo, quale neppure Nietzsche avrebbe mai inteso quando descriveva la decadenza della civiltà occidentale.  Lo stesso nichilismo diviene inoltre in molti casi la ragione principale che porta il migrante a radicarsi nelle norme e nei valori della cultura di origine, piuttosto che spalancare la propria porta alla nuova cultura dalla quale è circondato, e percepirne l'immanenza e la spiacevole vertigine trasmessa dal suo vuoto.
Bisogna chiedersi che società futura scaturirà da tali avventati esperimenti sociologici e da tali imposte commistioni culturali.

Giovanni Sartori esprimeva un pensiero semplice ed ineccepibile:

" l'integrazione avviene tra integrabili, e la cittadinanza concessa a immigrati difficilmente integrabili non porta ad integrazione, ma piuttosto a disintegrazione."

Assisteremo dunque in un futuro prossimo alla formazione di mondi distinti e separati in seno all'Italia ed all'Europa, in competizione tra loro sul terreno economico, culturale e demografico? L'aumento del tasso di natalità nelle comunità dei migranti diventerà fattore determinante a condizionare l'egemonia politica di un gruppo sull'altro? Andremo incontro a situazioni di ulteriore declino, caos e guerra civile?
Mentre la Sinistra inculca sensi di colpa per un passato coloniale, respinge le profezie di Samuel Huntington e di Bat Ye'or, ed imbavaglia il libero pensiero, i tempi  presenti evidenziano che forse è  già in atto un processo di colonizzazione africana ed asiatica del continente europeo.





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