BATTAGLIA NAVALE DICIOTTI ED ESTABLISHMENT IN CRISI DI NERVI








                                                       GOVERNI PD E SBARCHI

Da quando l'unità Diciotti della Guardia Costiera italiana era diventata operativa nel 2014, essa ha sorvegliato decisamente poco e male gli oltre 4500 km di confini marittimi meridionali. In quell'anno renziano si registrava appunto uno tsunami di 170.000 sbarchi di migranti illegali, per di più africani partiti dalla Libia: un incremento del 400% rispetto al 2013! Nel 2015 ne sarebbero poi arrivati ancora 154.000, ma il boom ineguagliato di sbarchi fu nel 2016: ben 181.500. Eppure Renzi allora ebbe il coraggio di dire che tale cifra gli appariva ancora miserevole in paragone alla quantità accolta dal buon cuore della padrona Merkel: in deroga agli accordi di Dublino, l'anno precedente la Germania aveva infatti spalancato porte e finestre ad oltre un milione di migranti. Nel 2017 con Gentiloni il numero di sbarchi  calava a 120.000, per via dello stato d'animo sempre meno buonista dei cittadini e le elezioni nazionali sempre più vicine.

                                                 LA NAVE DICIOTTI IN AZIONE

Non solo dunque la nave Diciotti se ne infischiava di contrastare l'immigrazione clandestina marittima ma addirittura la facilitava, andando a recampare canotti pieni di migranti fin sotto le coste della Libia e traghettarli spediti nei porti italiani a 6000€ di costi di navigazione all'ora. In quattro anni tale intensa navigazione  "salvava" circa 38.000 migranti, meritandosi così l'elogio di papa Francesco e il livore dei contribuenti.
Se il generale Ubaldo Diciotti, che nel 1939 era responsabile della sicurezza dei porti libici da Tripoli a tutti gli altri, avesse visione di quanto accade in mare tra Libia e Italia, si rigirerebbe non una, ma più volte nella tomba. Non solo per la tratta vergognosa di esseri umani sulle coste libiche ( per i migranti luoghi sicuri da cui salpare, e per il PD luoghi insicuri dove non riportarli ) ma specie perché una nave militare italiana che reca il suo nome collabori all'accesso in Italia di migliaia di stranieri senza documenti.
A luglio di quest'anno un'altra nave italiana, la Vos Thalassa, imbarcava 67 migranti davanti alla costa libica, per trasferirli subito dopo sulla Diciotti che li portava a Trapani. Questa evidentemente era una operazione di routine, essendovi stato anche a giugno un analogo trasbordo di 212 migranti.

                                                   PROMESSE DELL'EUROPA

Diceva Agatha Christie che un indizio è un indizio, due indizi una coincidenza, tre indizi una prova. Questo deve aver pensato anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini, quando a ferragosto sempre la nave Diciotti "salvava" 190 migranti in acque italiane, là dove unità navali maltesi li avevano escortati per poi abbandonarli in mare grosso. E deve aver pensato pure alle belle promesse cavate al Consiglio Europeo dal pressing notturno di Giuseppe Conte, in conclusione del summit del 28 giugno:
. Nuove misure atte a ridurre la migrazione illegale
. Approccio globale alla migrazione per un controllo più efficace delle frontiere UE
. Intensificare sforzi per contrastare i trafficanti di esseri umani
. Sostenere l'Italia in prima linea
. Prendersi carico dei migranti sulla base di uno sforzo condiviso
                         
                                               SOLIDARIETÀ EUROPEA A PAROLE
       
Dopo che il ministro dell'Interno permetteva lo sbarco dei minori, delle donne e dei malati, la nave Diciotti gettava l'ancora a Catania. Durante quello "scalo tecnico" di 5 giorni a nessuno dei 150 cosiddetti profughi rimasti a bordo, per la maggior parte eritrei, fu consentito di toccare terra. Il ministro Salvini intendeva infatti sensibilizzare la UE e l'opinione pubblica a riguardo del problema della immigrazione illegale, e vagliare alla prova dei fatti quanto del solenne impegno di "prendersi carico dei migranti sulla base di uno sforzo condiviso" fosse convertito in fatti concreti. Il governo italiano sollecitava la Commissione Europea di adoperarsi presso gli stati membri affinché accogliessero quote di quei migranti in attesa sulla nave.
"L'Europa faccia la sua parte: difenda i suoi confini e ricollochi i migranti. L'Italia ha già dato" - così il ministro Salvini, che ricordava anche come dei 450 migranti appena sbarcati a Pozzallo nel mese di luglio, Germania, Portogallo, Irlanda, e Spagna ne avessero accolti zero. Solo la Francia aveva mantenuto la promessina, accollandosene 47 su 50. Ma l'Italia attende tuttora che la stessa Francia si muova per quei 48.000 migranti da ricollocarsi, come da accordi precedenti. Come fidarsi ancora?

                                                       FRANCIA, ITALIA E LIBIA


Come fidarsi ancora della Francia, chiusa ad accogliere migranti in ricollocamento dall'Italia, ricordandoci della belligeranza di Sarkozy nel 2011 in Libia? Quel presidente infatti può essere a ragione considerato tra le principali cause degli tsunami migratori che subito dopo la cruenta fine di Gheddafi si sono abbattuti sulle coste del nostro meridione. A Letta, Renzi e Gentiloni però tutto questo stava più che bene. Mentre predicavano in patria la bontà dell'accoglienza ed esaltavano le virtù dei migranti,  spendevano per loro barcate di soldi sottratti al popolo italiano. Si mostravano poi pappa e ciccia coi governi Hollande e Macron, permettendo a questi, in nome del bene comune europeo cioè della Francia, di continuare a spolpare pezzi di economia nostrana. La loro "grandeur" si è sempre pasciuta bene della nostra "petitesse", ma in modo particolare quando al potere ci stava la Sinistra del "laisser faire laisser passer" : dai cantieri navali ai media, dalla moda all'industria casearia, e avanti così fino a scoprire che Renzi e Gentiloni avevano persino venduto alla Francia enormi distese di mare italiano. E poi permane sempre la disputa in atto per il petrolio libico, che contrappone la  Total all'Eni. I francesi devono ragionare così: a noi l'oro nero sotto le sabbie del deserto, agli italiani le "risorse nere" in partenza dalle sabbie delle spiagge libiche.
Oggi che il PD siede finalmente decimato sui banchi dell'opposizione, i francesi appaiono diventati improvvisamente molto nervosi. Non piace a loro la nuova politica di contrasto alla immigrazione clandestina che il governo del cambiamento sta efficacemente mettendo in atto, e la buttano in caciara. Emmanuel Macron, che in casa ha blindato porti e frontiere ai migranti, giudica il nostro governo "cinico e irresponsabile", e la sua azione "vomitevole".

                                                         NERVOSISMO FRANCESE

Non è solo Macron il solo francese ad essere irritato. Pure l'ex ministro dell'economia di Hollande e attuale commissario UE agli affari economici e monetari Pierre Moscovici non riesce a nascondere il proprio disappunto per la "deriva populista" italiana. Questo riciclato socialista, nato da genitori comunisti, e lui stesso da giovane attratto dalla Lega Comunista Rivoluzionaria, afferma che oggi

"l'Italia è un problema nella zona euro. C'è un clima che assomiglia agli anni trenta, senza Hitler però. Forse però ci sono dei piccoli Mussolini..."

Poi non poteva certo mancare l'impettita e lampadata Christine Lagarde del Fondo Monetario Internazionale  "impaziente di sapere i piani economici del governo italiano, anche perché i mercati sono già piuttosto nervosi" .
Infine va notata l'irritazione del ministro degli esteri lussemburghese, il socialista Jean Asselborn, durante un incontro interministeriale UE a Vienna. Non proprio un francese, ma sicuramente un francofono. Il ministro Salvini stava spiegando ai colleghi presenti che un obiettivo del governo del cambiamento è quello di " aiutare le famiglie a fare più figli, piuttosto che importare africani a rimpiazzare i bambini che non nascono ". Si udì chiaramente Asselborn interrompere più volte il ministro italiano con la poco educata locuzione " Merde alors! ". Spiegava Asselborn il suo organico pensiero: "Salvini usa metodi e toni fascisti degli anni trenta. I migranti sono una necessità per l'Europa per via dei bassi tassi di natalità e l'invecchiamento della popolazione. Si ricordi che l'Italia è stato un paese di forte emigrazione, anche in Lussemburgo ". La replica di Salvini non si faceva certo attendere: " Se al Lussemburgo piacciono così tanto i migranti, se li prenda pure tutti. Il ministro socialista del paradiso fiscale Lussemburgo, dopo aver paragonato i nostri nonni emigrati italiani ai clandestini che sbarcano oggi, dopo avermi interrotto urlando "merde", oggi mi dà del fascista! Che problemi hanno in  Lussemburgo?"

                                                           PASSERELLA DELLA SINISTRA



Mentre la portavoce della Commissione UE Tove Ernst faceva sapere che nessun paese membro si era ancora offerto ad accogliere gli eritrei della Diciotti, la nave bloccata e la banchina antistante erano scenario alla vociferante pletora della italica Sinistra. Dal presidente Fico al segretario Martina, dal piddino Faraone alla presidenta Boldrini, da Claudio Fava a Riccardo Magi all'Anpi, Arci, Articolo 21, Cgil, Legambiente, quelli degli arancini, Lgbt, tutti quanti a mostrarsi indignatissimi col ministro Salvini che osa contrastare l'immigrazione illegale. Pur di mettere in difficoltà l'azione del governo, ne hanno dette di ogni: violenza privata ai rifugiati, bambini sequestrati, epidemie a bordo, eritrei scheletrini affamati, situazione fuori controllo, temperature insopportabili. La Diciotti per la Sinistra era insomma ridotta come la Zattera della Medusa, ma ci pensava il capitano della nave Kothmeier a smontare tutte quelle fake-news: "Minori e donne sono già scese da tempo, non c'è alcuna emergenza sanitaria a bordo, gli eritrei sono più snelli di altre etnie, a bordo si sevono 3-4 pasti al giorno"
                     
                               NON IMMIGRAZIONE ILLEGALE MA ARRESTO ILLEGALE

Munito di guanti bianchi e mascherina naso-bocca, guidato a bordo dal capitano che per solidarietà con l'ospite era costretto a indossare la mascherina pure lui, irrompeva in scena il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Disse di aver trovato sulla nave "una situazione devastante", e apriva il 22 agosto un fascicolo contro il ministro dell'Interno per sequestro di persona, arresto illegale e abuso di ufficio. Evidentemente il pm la pensava come Roberto Saviano gran vate dei radical-chic, che dal suo lussuoso attico di New York pochi giorni prima aveva ipotizzato proprio quei reati.
Si è così dato dunque il caso, pensiamo unico nel suo genere, dove una magistratura ipotizza colpevole di sequestro di persona e di arresto illegale un ministro che cerca appunto di arrestare un fenomeno umano certamente illegale e che ha funestato per tanti anni l'Italia, cioè l'immigrazione clandestina.
Nessuno per inciso risultò invece indagato dopo quell'agosto 1991, quando ben 11.000 disperati provenienti dall'Albania furono ammassati in condizioni davvero devastanti per 8 giorni dentro lo stadio di Bari, prima di essere rispediti in patria. Salvini risponde: "Ho mandato preciso di difendere i confini di questo paese. Se bloccare navi comporta accuse e processi, io ci sono. Ho spalle larghe, e anche il sostegno della stragrande maggioranza degli italiani".


                                                                          TOGHE ROSSE

Se codesto pm Patronaggio sia iscritto o solo vicino alle posizioni di Magistratura Democratica, non ci è dato sapere. Fatto sta che in questo paese vi sono troppi magistrati che non dovrebbero ma fanno politica, sempre di sinistra. E come succede alle élites di Sinistra, si sentono e si atteggiano come fossero al di sopra di ogni persona o istituzione in questo paese. L'Italia attende ormai da troppo tempo che il potere legislativo intervenga per risettare l'ordinamento giudiziario in senso indipendente, ponga fine alle correnti politicizzate dei magistrati e alla loro casta di intoccabili,
Mentre in Sicilia le procure di Agrigento insieme a quella di Palermo muovevono contro Salvini, a Genova il procuratore capo Francesco Cozzi distoglieva un attimo l'attenzione dagli impegnativi fascicoli del crollo di ponte Morandi, per sequestrare d'un botto tutti i soldi della Lega fino ad un totale di 49 milioni di euro. La sentenza di primo grado del tribunale del riesame risaltava per la particolare durezza ed anche per la celerità con la quale decideva di questioni giuridiche complesse, sulle quali l'ultima parola non è ancora pronunciata. Inoltre di fatto condannava alla inattività un importante partito politico, con grave ripercussione sull'assetto democratico della Repubblica. Il Potere Giudiziario insomma invadeva pesantemente il campo del Potere Esecutivo, nel quasi totale silenzio di Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, e soprattutto nell'assordante silenzio del Capo dello Stato, che dell'equilibrio dei tre poteri dovrebbe esserne il Garante, come vuole la Costituzione Italiana.

                                                                       MAFIA CAPITALE

Gli "scheletrini sequestrati" vennero infine "liberati" dopo estenuanti trattative, eccetto quattro scafisti. Un gruppo fu accettato dall'Albania (non facente parte della UE), un altro dell'Irlanda, ed i cento rimasti furono presi in carico dalla Conferenza Episcopale Italiana a Rocca di Papa. Di questi ultimi una buona parte si dette alla macchia, ed infine decine di eritrei riapparvero al Baobab, quel Centro Sociale romano che aiuta i migranti irregolari, e che era stato teatro nel 2010 di una famosa cena. Si erano allora colà dati appuntamento Franco Panzironi (direttore azienda municipalizzata rifiuti di Roma, arrestato per mafia), Daniele Ozzimo (PD, condannato a due anni per corruzione), Giuliano Poletti (PD presidente coop e futuro ministro del Lavoro), Umberto ed Angiolo Marroni (PD), Gianni Alemanno (ex sindaco di Roma e indagato per mafia), Luciano Casamonica (pluripregiudicato boss di un clan Rom) e Salvatore Buzzi (cooperativa 29 giugno, condannato insieme a Massimo Carminati, criminale affiliato alla banda della Magliana). Buzzi è famoso per una intercettazione dove dice che col traffico dei migranti si guadagna più che col traffico di droga.


                                                                   BAOBAB EXPERIENCE

Il centro Baobab, che allora sembrava essere un centro di riunioni nel contesto di Mafia Capitale e ufficio di collocamento del crimine organizzato, oggi invece dà appoggio a clandestini irregolari           ( che in Italia sono stimati essere almeno 600.000 ), li nutre, li alloggia, offre loro assistenza sanitaria, aiuto legale, e su richiesta li scorrazza pure per tutta l'Italia. Infatti l'11 settembre un autobus noleggiato dal centro Baobab e carico di eritrei della Diciotti, partì per la volta del parco Roja a Ventimiglia, luogo di transito per la vicina Francia.
Ai folli delle frontiere aperte, dell'aiuto ai clandestini, della immigrazione ed emigrazione illegale non attende però nessuna indagine. La magistratura preferisce indagare il Ministro Salvini, che rischia così 10 anni di galera. E mentre la portavoce della CE Tove Ernst domandava all'Italia perché quei migranti della Diciotti non fossero stati posti in stato di fermo, il centro sociale Baobab faceva sapere che 42 migranti eritrei erano pronti a costituirsi parte civile nel processo contro Salvini e presentare richiesta di risarcimento danni per detenzione illegittima a bordo di una nave. Eritrei che per loro stessa ammissione erano scappati per sottrarsi all'obbligo di leva, disertori dunque in fuga da nessuna guerra, avendo Eritrea ed Etiopia firmato di recente un trattato di pace.

                                          TANTI MIGRANTI ILLUSI E POCHI RIFUGIATI REALI

Sembra che Salvini più viene insultato, deriso, odiato e più vince e convince. Come nessun altro egli riesce ad esporre le ipocrisie, gli interessi e i privilegi del Sistema ed i disastri ereditati dai governi PD. Gran parte degli italiani sono dalla sua parte, e si lasciano coinvolgere dal suo modo di parlare ed agire. Mai si era infatti visto un ministro così deciso, dalle chiare idee e che se ne infischia delle critiche. Del resto il popolo è stufo di retoriche buoniste, di prediche all'accoglienza e di sperperi di denari pubblici per migranti che per oltre il 90% non sono rifugiati, e che competono per lavoro ed assistenza con 5 milioni di poveri italiani. Intanto le loro partenze sottraggono all'Africa forze giovani di cui avrebbe bisogno e che si impoveriscono venendo in Italia. Non si  arricchiscono come vorrebbero nei loro sogni, perché già migrando buttano via molti denari, per poi finire disoccupati e frustrati in un sistema sconosciuto e spesso ostile, o magari nella schiavitù del caporalato, nello spaccio di droga e nella prostituzione.

                            IL VOLTO NUOVO DELL'EUROPA INNERVOSISCE L'ESTABLISHMENT


Il settimanale Time dedicava una copertina di settembre a Matteo Salvini:

"Il volto nuovo dell'Europa, lo zar italiano della immigrazione, la cui missione è disfare la UE".

Anche questa continua esposizione mediatica nel bene e nel male del leader leghista contribuisce al nervosismo dell'establishment, in vista delle elezioni europee di maggio 2019, mentre ovunque nel continente avanzano i populismi sovranisti ed euroscettici. Nervoso appare lo slovacco Maroš Šefčovič, vice di Juncker e prossimo candidato alla presidenza della CE: "Siamo tutti preoccupati per la situazione politica in Italia". Mario Draghi, presidente della BCE, ci mette pure del suo: "Le parole del governo italiano fanno danni". Minaccia gravi sanzioni se l'Italia non dovesse versare i contributi alla UE il commissario UE al Bilancio Günther Öttinger, quello che diceva che "saranno i mercati ad insegnare agli italiani come votare". Oggi rincara la dose: "Il progetto europeo è in pericolo di morte, il governo italiano lo vuole distruggere!"
Anche la chiesa bergogliana, che insegna in modo ossessivo e compulsivo ad identificare Gesù in ogni migrante clandestino che mette piede in Italia, si scaglia in maggioranza contro Salvini adoperando toni particolarmente aspri. A luglio il settimanale cattolico Famiglia Cristiana dedicava una copertina al ministro dell'Interno con la didascalia "Vade retro Satana".
Come se non bastassero tutti costoro, ora è arrivata anche l'Onu a bastonare l'Italia. La neoeletta Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, la socialcomunista cilena Michelle Bachelet si è detta preoccupata del clima attuale di violenza e razzismo in Italia, e che presto manderà un team. Applaudono frenetiche Boldrini, Bonino e Kyenge, che vedono fascisti e razzisti solo nel nostro paese, mentre volutamente ignorano, esattamente come fa l'Onu, la palese mancanza dei più elementari diritti umani in luoghi come Arabia Saudita, Iran, Venezuela e Cina.
Salvini replica: "Se si permettono di dare lezione agli italiani, valuteremo se dare loro ancora tutti quei 100 milioni di euro all'anno".

                                                                      DANNO ERARIALE

L'ultima denuncia ricevuta dal titolare del Viminale a proposito della Diciotti, è quella di "danno erariale" per aver tenuta ferma quella nave per 5 giorni. L'ipotesi presentata dal comunista Pippo Civati è ora al vaglio dei giudici della Corte dei Conti. Beh, se non vorranno credere a Tito Boeri e le sue future pensioni pagate dal lavoro degli immigrati, i conti veri sono presto fatti. Quest'anno l'azione energica e lucida del Viminale ha ridotto dell'80% gli sbarchi di migranti in Italia, passati da 120.000 a 14.000. La stessa Corte dei Conti ha stimato a 203€ il costo medio giornaliero che lo Stato spende per ogni migrante. Se la matematica non è un'opinione, l'anno scorso i migranti sbarcati son costati quasi 9 miliardi di euro, mentre quest'anno poco più di 1 miliardo: l'erario ci ha risparmiato oltre 7 miliardi di euro! Ma Pippo e la sua Sinistra non hanno mai brillato nella semplice contabilità, figuriamoci la gestione di uno stato.
"Ma quanta pazienza serve?" ha sbottato Salvini, "È per me comunque un'altra medaglia, non si molla!

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