PINOCCHIO SUL TRENINO DESTINAZIONE ITALIA


Neanche Collodi, pur dotato di fantasia fervida, avrebbe mai saputo scrivere un simile grottesco  scenario. Matteo Renzi col suo trenino PD sta facendo tappe di comizi in tutte le ormai 110 province italiane, " per un viaggio capillare nel nostro meraviglioso paese... e per un incontro con le realtà vive dell'Italia ". Ad ogni stazione del Belpaese tali " realtà vive " gli si mostrano essere alquanto ostili e molto molto arrabbiate. Spontanei e folti comitati di cittadini infatti accolgono dovunque il segretario PD con bordate di fischi ed insulti mai ascoltati prima, che stanno effettivamente trasformando il viaggetto renziano in un incubo che persino i media del potere fanno fatica a nascondere. Evidentemente dopo sette anni di governi PD autonominati, autoreferenziali e soprattutto non eletti, oggi la temuta " vox populi " si è fatta davvero molto grossa. Questa voce dunque grida " Pinocchio! Pinocchio! Buffone! " ovunque Renzi si affacci. Se la sua intenzione era quella di scaricare le solite balle preelettorali dai vagoni per stracaricarli subito dopo di promesse di voto, il detto viaggio si sta dimostrando un autentico flop. Al rottamatore di un tempo infatti non riesce più tanto bene quel suo reiterato trucco di raccontare con aria veritiera le più grandi menzogne, alle quali pure lui alla fine, per convenienza, comodità e assenza di contraddittorio, era così ben disposto a credere.

Probabilmente gli italiani non sono più così stupidi e creduloni come in via Sant'Andrea delle Fratte ancora pensano. Il trucchetto degli 80 € al mese in busta paga per 10 milioni di lavoratori italiani fruttò la vittoria PD al 40% alle elezioni per il parlamento europeo del 25 maggio 2014. Ma quegli 80 € in gran parte evaporarono sotto gli occhi degli allibiti lavoratori pochi mesi dopo la conclusione di tali elezioni, in quanto gli aventi diritto alla somma risultarono essere, a ben guardare, solo una minoranza di quei 10 milioni di prima. E poi, tolte le tasse, quegli 80 € risultarono essere in realtà una cifra assai più modesta. Nonostante tutti questi tagli postumi, la sostenibilità nel tempo di quella voce di spesa è ancor oggi argomento di discussione. Ma quel 40% di consensi PD, pagati dai soliti contribuenti, fu continuamente sbandierato da Renzi sotto il naso di amici e nemici per giustificare la sua occupazione del potere.


E poi ci sono le banche italiane in bilico. Monte dei Paschi di Siena ha già dovuto essere salvata tre volte coi soldi pubblici, per colmare così qualche buchetto di bilancio. La parola più adatta sarebbe voragine, che nel 2014 ammontava appunto ad oltre 5 miliardi di euro. In quella banca della Toscana profondamente rossa si sono accumulati 47 miliardi di crediti deteriorati, dovuti ad una diciamo così " allegra " gestione politica della Fondazione MPS. La Sinistra d'altronde ha sempre dimostrato una particolare vocazione a spendere e spandere con molta disinvoltura e generosità i soldi dei risparmiatori.
Altre banche sono finite per analoghi problemi a navigare in pessime acque, e molti cittadini che vi avevano affidato i loro risparmi, sono ora rimasti in brache di tela. CariChieti, Banca Marche, Cassa Risparmio Ferrara e Banca Etruria per citarne alcune. È di questi giorni la richiesta del GUP del tribunale di Arezzo del pagamento di 400 milioni di € di risarcimento ai cittadini truffati da parte di 37 amministratori di Banca Etruria. Tra loro anche il suo vicepresidente Pier Luigi Boschi, padre di fata turchina Maria Elena, attuale Sottosegretario ed ex ministro nel governo Renzi, e soprattutto membro del cosiddetto " Giglio Magico " , ovvero di quel ristretto gruppetto di persone di cui Matteo Renzi si fida ciecamente.
Nella conferenza stampa di fine 2015, il Premier Renzi rassicurava gli italiani:
" Non c'è rischio sistemico, le banche italiane sono molto più solide di tante banche europee... ". Adesso vorrebbe additare il governatore di Bankitalia Ignazio Visco come capro espiatorio del fallimento del sistema bancario italiano.

Quando Pinocchio rassicura, c'è sempre da stare molto attenti. Ne sa qualcosa Enrico Letta, Presidente del Consiglio detronizzato nel 2014 da Renzi appena due settimane dopo  che costui avesse lanciato un hashtag  " Enrico stai sereno ".
Un altra balla colossale la spara sempre nel 2014, quando afferma durante una intervista a Repubblica: " Quanto al deficit, il nostro dato è tra i migliori al mondo ". In realtà su 188 paesi l'Italia figura al 104° posto, con un rapporto deficit/pil a 3,04%.
Questa propensione a distorcere la realtà a proprio piacimento Matteo la dimostrava sin da  giovanissimo, meritandosi a scuola che tra gli scout il soprannome di " Bomba ".
Dal palco del teatro Metastasio di Prato, settembre 2016, Renzi prometteva: " Amatrice la ricostruiremo più bella... entro una settimana le tendopoli saranno rimosse ".
A distanza di oltre un anno le tendopoli sono ancora in loco, mentre i soldi raccolti per Amatrice mediante gli sms solidali sono stati dirottati su " altre priorità ".
Prima del Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016 Renzi prometteva: " Ho già preso il solenne impegno: se perderemo lascio la politica... Troveranno un altro premier ed un altro segretario... O cambio l'Italia o cambio mestiere!... È del tutto evidente che se perdo il referendum considero fallita la mia esperienza politica  ". Perduto quel referendum, oggi lo si ritrova a bordo di un treno, a caccia di nuovi consensi. Questa è dunque la  quintessenza di Renzi.

Il trenino targato PD intanto corre su e giù per l'Italia. Quel " PD " più che al partito sembra rimandare allo PsicoDramma che sta vivendo il suo segretario. Appena arrivato in stazione a Vasto egli è accolto da fischi assordanti, ad Ascoli Piceno gli gridano " buffone! buffone! ", a Pescara sono striscioni ed urla " Ladro! Vergogna! ", a San Benedetto del Tronto gli lanciano addirittura arance e uova. Sempre meglio ciò della sorte toccata a Berlusconi, a cui un folle stampò in faccia le guglie metalliche di un souvenir del duomo di Milano! E Berlusconi non le sparava nemmeno così grosse come suole Renzi.
Ciò che urta la gente è la tracotanza e l'incoerenza del personaggio, che ora sul trenino finge di fare  un " viaggio molto umile di ascolto e impegno ", mentre quando era assiso sul trono del potere ascoltava se stesso e nessun altro. Tranne la Merkel a cui faceva il cicisbeo, salvo poi millantare agli italiani di aver battuto il pugno a Bruxelles sul tavolo delle trattative.  Ci si ricorda bene il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel 2016 dichiarare senza mezzi termini come 150.000 migranti approdati in Italia fossero ben misera cifra in confronto alla generosa accoglienza di un milione di " rifugiati " da parte della Germania di Angela Merkel. Come se i cittadini tedeschi e italiani dovessero accettare di buon grado il messaggio che i flussi migratori dall'Africa siano ineluttabili e senza tetto, illimitati come le risorse continuamente messe a disposizione dei richiedenti asilo: salvataggi in mare, case, scuole, cure sanitarie, vitto, vestiti, telefoni, wifi. Ma tale ricchezza di risorse economiche non è illimitata, e neppure la pazienza dei cittadini. Dopo la batosta PD alle amministrative di giugno, adesso Renzi asserisce che è meglio aiutarli a casa loro, gli africani. Nel suo libro " Avanti " parla del problema dell'immigrazione usando una retorica che sembra copia conforme del pensiero di Matteo Salvini. Ma non era il PD " l'unica diga in Italia contro i populisti? ". Ora Pinocchio mette naso nelle loro proposte e prova pure a metterci sopra il cappello!


Il Renzismo assomiglia per certi versi al grillismo: attecchisce bene là dove la gente si lascia imbonire facilmente, dove è diffusa la mentalità delle pecore, dove si tira avanti col partito preso, dove latita capacità di critica e di giudizio. E dentro un simile contesto, come diceva Carlo Goldoni,  " le bugie sono così feconde, che una ne suol partorire cento ".
La Sinistra PD al potere da ben sette anni di imposizioni ha prodotto ingenti danni. Le varie politiche di austerità non hanno ridotto il debito dello Stato, come promesso. Il deficit ha raggiunto anzi il record di 2300 miliardi. Disoccupazione e inoccupazione sono a livelli inaccettabili. Manca lo sviluppo economico. Le tasse uccidono qualsiasi speranza di ripresa. La sudditanza a Bruxelles e alla Germania è preoccupante. L'immigrazione senza freni sta producendo sconquassi pericolosi. La emigrazione di giovani ed anziani italiani impoverisce il paese. I monopoli dell'informazione soffocano il libero pensiero. La burocrazia centralista seppellisce lavoro ed iniziativa. Le città italiane sono sempre più sporche e insicure. Teoria gender, multiculturalismo ed unioni civili dominano il dibattito pubblico. Istruzione e cultura sono in calo.
Forse i cittadini, memori di questi sette anni persi, sono stufi delle solite balle e si stanno svegliando dal loro torpore.
Renzi ci sta però provando ancora. Come il draghetto Grisù, dopo aver appiccato dappertutto il fuoco, ora si presenta da pompiere a spegnere i suoi incendi. Il momento del voto nazionale si avvicina. Vedremo se il popolo italiano ci cascherà ancora.

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