LETTERINA AGLI IMMIGRAZIONISTI


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PAPA FRANCESCO BACIA l'IMAM SULLA COSTA DEI PIRATI

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Ispirato dall'immagine storica del celebre bacio tra il sovietico Leonid Brežnev ed il capo DDR Erich Honecker, qualche anno fa Benetton aveva ideato una campagna pubblicitaria shock, stile Oliviero Toscani, dal titolo "Unhate". Il montaggio fotografico mostrava personaggi, spesso tra loro in contrasto nella vita reale, scambiarsi un bacio di improbabile pacificazione: Abbas e Netanyahu, Obama e Hu Jintao, Benedetto XVI ed Al-Tayeb. Il Vaticano non digerì affatto bene la qual cosa, e reagì con stizza minacciando procedure legali. Il giorno dopo Benetton ritirò in fretta e furia le gigantografie col papa che sbaciucchiava il leader religioso sunnita. Erano altri tempi, il Vaticano ci teneva a mantenere in piedi una parvenza di dignità, e Ratzinger non aveva ancora gettata la spugna. Durante il suo pontificato infatti il papa tedesco si era speso più volte ad ammonire contro i rischi del relativismo in occidente. Egli era tra i pochi che lucidamente vedevano come tale
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LE MENZOGNE SUL TRATTATO DI DUBLINO

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Berlusconi dice: " È stato un errore di Renzi e della Sinistra firmare il Trattato di Dublino che impone allo Stato di approdo di accollarsi la gestione del migrante ". Risponde Renzi : " Berlusconi ha detto che firmare il trattato di Dublino è stato un errore di Renzi e della Sinistra. Da quel momento i migranti che arrivano in Italia vanno gestiti dall' Italia da sola. Un solo dettaglio: quel trattato non l'ho firmato io. L'ha firmato lui nel 2003 ". L'argomento a poche settimane dal voto è delicato e sensibile. Chi dei due ha ragione? Prima di rispondere a tale quesito bisogna fare un po' di chiarezza su alcuni punti chiave, ad esempio sulla essenza del tanto discusso Trattato di Dublino . Negli anni '80 l'incremento dei flussi migratori verso la ancora esistente Comunità  Economica Europea aveva portato i suoi 12 paesi in data 15 giugno 1990 a firmare in quel di Dublino un accordo per regolare le istanze di asilo politico,
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GEEN DOLCE VITA IN TIJDEN VAN CORONA

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Buiten de Intesa San Paolo bank staat een groepje mensen te wachten op het trottoir. Diep in mijn smartphone verzonken loop ik blindelings iedereen voorbij, terwijl ik naar binnen wil stappen. Een grote man maakt zich vrij uit het groepje, met zijn gelaat verscholen achter mond en neuskapje, en loopt kordaat op mij af. Of ik zo vriendelijk wil zijn om ook aan te sluiten, en op mijn beurt te wachten, op minstends een meter afstand van de een na laatste geduldige lotgenoot in de rij. "We staan hier immers niet voor niets!", krijst een wat oudere dame verborgen achter een paars zwarte sjaal. Nog 20 wachtenden voor mij trek ik deze ochtend niet. Dan maar naar de apotheek verderop, op jacht naar chlorhexidine en maskertjes. Ook hier een lijntje klanten voor de deur, want niet  meer dan twee mogen per beurt naar binnen. Op de etalageruit geeft een bordje te kennen dat maskertjes uitverkocht zijn. Toen Attilio Fontana, gouverneur van Lombardije zich tijdens een persconfere
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