LA LEGA RIALZA LA TESTA IN PIAZZA DEL POPOLO





Mentre a Parigi ed a Bruxelles le élites al potere erano asserragliati nei loro palazzi, e protetti da ingenti forze di polizia resistevano alle rabbiose proteste dei gilets jaunes, in data 8 dicembre a Roma una parte del governo andava in piazza del Popolo pienissima e soleggiata, a condividere pacificamente idee, programmi e percorsi con una parte del popolo, in diretta FB, Instagram, Twitter, Youtube. L'altra parte del popolo, cioè i renziani, i macronisti, i globalisti, gli immigrazionisti, gli antifascisti picchiatori dei centri sociali, i tifosi dello spread e dell'implosione dell'esecutivo, le Boldrini, i Saviano, i Toscani, i Vauro, i Friedman, i Gumpel ed anche la maggiorata Pamela Anderson in questa piazza ovviamente non c'erano, preferendo sputare invece litri di velenosissima bile sulla Lega e i suoi elettori dai propri profili FB e nei salotti compiacenti dei talk show televisivi.

Con ogni mezzo e da tutto il paese i cittadini erano pervenuti a Roma nel giorno dell'Immacolata, per manifestare il proprio caloroso sostegno al Vice Primo Ministro nonché Ministro dell'Interno Matteo Salvini e alla sua squadra di governo. Piazza del Popolo era gremita da circa 80.000 persone, con bandiere, cartelloni e tanta speranza.
Ha dell'incredibile l'exploit che la Lega ha conosciuto sotto la leadership del suo attuale segretario, capace di portare i consensi al partito dal 3% del 2013 ad oltre 30% di oggi. È  ancora più sorprendente che sia riuscito a farlo nonostante il silenzio stampa intorno alla Lega da parte dei giornaloni, nonostante i pochi soldi in cassa, nonostante la Rai e Mediaset ostili, nonostante Renzi e Berlusconi, nonostante i poteri forti della finanza, nonostante Bossi, nonostante la UE. Ma la cosa più eclatante osservabile nella evoluzione salviniana è stata proprio quella scelta strategica di cancellare la parola "Nord" dal logo, per portare così la Lega in quelle regioni improbabili in altri tempi, come la Sicilia, la Puglia oppure la Calabria. E infatti sempre più cittadini meridionali sono attratti dalle idee e dalle proposte della Lega, perdonando ad essa persino le pesanti offese ricevute all'epoca da Bossi.



Tipica espressione di questa virata meridionalista della Lega è stata la candidatura a ministro della Pubblica Amministrazione dell'avvocato Giulia Bongiorno, nata a Palermo e molto conosciuta tra l'altro per aver difeso con successo l'allora leader della Democrazia Cristiana e sette volte Primo Ministro Giulio Andreotti, imputato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Dal palco degli oratori in Piazza del Popolo la Bongiorno arringava così la folla:

"Questo è il governo del buon senso! La pubblica amministrazione conosce certamente tanti lavoratori onesti e dirigenti, ma... quando scopro che un dipendente era in stato di arresto, e il collega continuava a timbrare il cartellino per lui, è dunque buon senso dire che costoro commettono reato? É buon senso imporre per legge il riscontro della impronta digitale, perché i furbetti non timbrino più per i colleghi assenteisti con uno scatolone calato in testa per non farsi riconoscere dalle telecamere? È buon senso diffondere sempre più la digitalizzazione, per far correre l'Italia al passo coi tempi? È buon senso avere leggi scritte in italiano invece che in inglese? La lingua inglese è importante, ma non voglio imparare l'inglese per parlare agli italiani...
Pugliesi, calabresi, siciliani, è buon senso fare Lega tutti insieme per il bene dell'Italia?"

Dalla piazza si udì un "Sì" forte e protratto, con una valanga di applausi.

Il ministro dell'Agricoltura e del Turismo Gian Marco Centinaio annunciava di essere riuscito a bloccare in sede ONU l'attacco alla dieta mediterranea, al grana padano e al prosciutto di Parma.

"Stiamo lottando tutti i giorni per difendere i prodotti della nostra bella terra, e l'etichettatura del Made in Italy da chi ce la vuole sottrarre e taroccare. Siamo orgogliosi della bellezza e della forza del nostro paese, che il mondo ci invidia e che milioni di turisti accorrono a visitare. Lavoriamo sulle professioni turistiche, e stiamo anche ovviando alle storture di alcune norme UE, in particolare della direttiva Bolkestein, che tante categorie di lavoratori ha danneggiato."


Insieme ad Erika Stefani, ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie, c'erano con lei anche i governatori leghisti di Lombardia, Veneto e Friuli.

"Otto regioni hanno chiesto l'autonomia. Il popolo ha chiaramente espresso la sua volontà in tal senso nelle consultazioni referendari di Lombardia e Veneto. La forza dell'Italia sta nella diversità e nella varietà delle sue regioni. Per troppo tempo il potere centralizzante di Roma ha mortificato le regioni invece di esaltarle, le ha imbavagliate con una macchina burocratica infernale lasciando poi i sindaci senza risorse sul territorio. L'autonomia deve essere differenziata, e i governatori devono saper gestire le risorse con responsabilità"

Saliva sul palco Lorenzo Fontana, ministro per la Famiglia e le Disabilità, dicendo:

"Abbiamo stanziato più di un miliardo di € per i disabili. Dicono di noi che non siamo cristiani, proprio quelli che volendo accogliere mezza Africa in Italia si erano dimenticati di 4 milioni di nostri disabili. E poi abbiamo stanziato oltre un miliardo di € per sostenere le famiglie e la natalità. La testa dell'Italia non si può rialzare senza figli! Ci affidiamo alla Madonna dell'Immacolata per contrastare i pericoli del globalismo, che vuole ridurre a numeri le persone, senza più cultura né tradizione. Noi rivendichiamo i nostri valori che vogliamo trasmettere ai figli, e far sapere all'Europa e al mondo intero che l'Italia è unica e grande! Ripristinando ovunque il crocifisso e difendendo la sacralità del Natale, mostriamo che noi non ci vergognamo delle nostre tradizioni. Diceva Giovanni Paolo II che la ragion d'essere dello Stato è la sua sovranità e l'amore patrio dei suoi cittadini, e che l'identità nazionale è un valore religioso. Tornando ad essere grande, l'Italia farà in modo che l'Europa sia un sogno e non già un incubo. Amando la propria terra si può amare al meglio anche l'Europa".

Ribadiva il tema dell'Europa anche Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri:

"La nostra è la rivoluzione del buon senso, della gente normale che è stata espulsa dalle élites. Bisogna dare fiducia ai mercati o al popolo? Noi abbiamo buttato in politica il buon senso, che vuol dire responsabilità. Sappiamo bene ciò che stiamo facendo. Siamo animati dal rispetto che abbiamo per la nostra storia, la nostra cultura, i nostri valori. A letto la sera ci corichiamo stanchi morti ma sereni, consapevoli di aver fatto ciò che era giusto fare. Vogliamo inoltre essere protagonisti del cambiamento storico non solo in Italia, ma in tutta l'Europa, con responsabilità e fiducia. Sia dunque l'Europa più democratica, rispettosa di tutti i popoli, dei loro valori e tradizioni."

Accompagnato dall'aria 'Nessun Dorma' del Turandot di Puccini saliva infine sul palco Matteo Salvini, l'uomo che più di altri ha improntato l'azione del Governo di Giuseppe Conte negli ultimi 6 mesi, e che gli ha anche fatto rimangiare quella insidiosa promessa da lui recentemente formulata dinnanzi all'assemblea ONU, cioè che l'Italia avrebbe firmato a Marrakech il Global Compact for Migration. Insieme all'alleato leader pentastellato Luigi Di Maio, (col quale dice di andare d'accordo prevedendo di concludere insieme i 5 anni di legislatura) Salvini sta dando forma, contenuto e direzione politica alla voglia di cambiamento espressa dagli italiani. Se un popolo viene per sette anni ignorato ed impoverito sotto vari governi tecnici e di sinistra, che seguono pedissequamente gli ordini impartiti da Parigi, Berlino e Bruxelles, a vantaggio magari di qualche riccone e dei propri amici, allora non c'è da meravigliarsi che quel popolo non si sia lasciata sfuggire la preziosa opportunità elettorale del 4 marzo per voltare finalmente pagina. Salvini rappresenta anche questo, cioè una fisiologica reazione a sette e più anni di vacche magre che la Sinistra mondialista e prevaricante, alleata coi poteri forti della finanza internazionale, aveva saputo produrre. Salvini si presenta dunque alla gente "come uno di noi", come il ragazzo della porta accanto. Indossa di preferenza una camicia bianca o una felpa con scritta, giacca e cravatta gli stanno strette. Sa essere in sintonia col popolo perché si esprime con un linguaggio semplice e lineare, non disdegnando espressioni in milanese. Il capitano parla la lingua del popolo e parla al cuore. Egli è figlio del popolo, sta dalla sua parte, e ne intercetta come pochi umori e desideri. In ciò, oltre ad essere un animale purosangue nella politica, è un eccellente comunicatore, e da giornalista è maestro nel governare i moderni mezzi di comunicazione.


"Voi tutti radunati qui oggi, sotto questo bel sole, siete l'avanguardia del cambiamento in atto nel nostro paese. Ma oggi è anche un giorno triste, per quei ragazzi morti in discoteca nelle Marche. Per loro, e per tutte le vittime dei disastri naturali ed umani, chiedo di osservare un minuto di silenzio".

"Invito qui con me i numerosi sindaci della Lega, che ogni giorno si spendono in responsabilità, entusiasmo, ascolto, impegno e sacrificio per i loro cittadini.
Non ho tempo da perdere per l'odio e le polemiche. Questa è una piazza di unione, amore e speranza. La violenza la lasciamo a qualcun altro che sta fuori da qui. Colgo occasione per ringraziare le forze dell'ordine, che ci sostengono. Martin Luther King diceva che per farsi i nemici non è necessario dichiarare guerra, ma basta dire ciò che si pensa! È come dire 'Molti nemici, molto onore', frase che secondo la Sinistra proverebbe la mia ammirazione per il duce. Vi assicuro che non ho proprio nessuna nostalgia di "lui". I giornaloni e i poteri forti sono tutti contro di noi, come avete potuto notare. Ciò vuol solo dire che stiamo facendo le cose giuste! Noi non molliamo mai, andiamo fino in fondo. Non saranno gli attacchi, né le denunce e neppure le bugie a fermarci, anzi ci danno più forza"

"L'Italia è terra ricca, apprezzata all'estero e disprezzata in patria. Vogliono dividerci, non ci riusciranno. Stando insieme, uniti e compatti, non abbiamo paura di nessuno, e non siamo secondi a nessuno. Ho portato con me i cuochi italiani che hanno vinto la medaglia d'oro ai campionati mondiali di cucina. Loro sono il contributo al bello e al buono italiano nel mondo, propulsori di identità, di bellezza, del saper mangiare e vivere bene.
Ai numerosi giornalisti qui presenti ricordo anche questo: la nostra idea di Italia ed Europa non è per 6 mesi, e neppure per 5 anni. Noi abbiamo una idea di crescita per i prossimi cinquanta anni almeno. Come diceva Alcide De Gasperi:
"Il politico bada alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni."

"La vocazione europea si nutre della forte solidarietà di tutti i suoi popoli, dall'Atlantico agli Urali. La varietà di culture richiamano le singole civilizzazioni nazionali. La civiltà europea sta nella varietà condivisa. L'Europa è stata cementata dal cristianesimo, ma deve ancora rivelarsi a se stessa."


"Queste non sono parole di un sovversivo, di un pericoloso populista, ma sono state pronunciate da Giovanni Paolo II, il pontefice che contribuì ad abbattere l'imperialismo sovietico. Egli parlava della identità europea, che qualcuno a sinistra ha perso nei labirinti della finanza e nella globalizzazione. E non penso che il Santo Padre pensasse anche alla Turchia. Vogliamo riportare l'Europa a ritrovare i suoi valori, non ci piace l'Europa delle ispezioni, delle commissioni, dello zero virgola uno, delle sanzioni, che lascia a casa i lavoratori. Senza lavoro non c'è dignità umana. Eppure il Trattato di Maastricht nel 1992 parlava di promuovere le comunità, di crescita sostenibile, di aiuti sociali, di tenore di vita, di solidarietà degli stati membri. Vedete ciò che accade a Parigi, avete visto la Grecia. La violenza non è mai giustificata, ma chi ha seminato povertà e false speranze, oggi raccoglie proteste e rabbia. Predicavano a Bruxelles la piena occupazione, ma poi Salvini non va bene, la legge Fornero è un dogma, il diritto al lavoro una chimera. Noi però indietro non torniamo!"

"Questa piazza rappresenta centinaia di piazze in Italia. Chiedo pertanto a voi il mandato per andare a trattare in Europa, con garbo e rispetto, a nome di 60 milioni di italiani, il loro diritto a un lavoro, a una famiglia, alla speranza. Se c'è il vostro mandato, allora non abbiamo paura di niente e di nessuno. Volere è potere! Così è per il tema dell'immigrazione. Dicevano che fosse incontrollabile ed ineluttabile. Abbiamo dimostrato che con un po' di coraggio e un po' di buon senso si possono tutelare sicurezza e confini, risparmiando vite e risorse. Sono sempre più convinto che i veri razzisti erano, sono e saranno quelli che progettano di svuotare l'Africa come una riserva indiana da trasferire altrove. Non c'è rispetto per la sua civiltà millenaria, né per i suoi giovani. L'aiuto vero ciascuno lo riceva nella sua terra, in mezzo alla propria gente, senza sacrifici di popoli e di culture"

"Cambiare si può, affinché l'Italia resti il paese più bello al mondo per studiare, lavorare e fare figli. Il successo a 5 anni del nostro impegno di governo sarà misurato dal numero di culle riempite. Non ci saranno più genitori 1 e 2, ma mamme e papà. La famiglia ed i figli devono essere tutelati.
Non avete eletto Superman e i suoi supereroi. Per noi il centro non è la finanza, ma un tessuto sociale fatto di uomini, donne, bambini, pensionati.  Abbiamo alleggerita la pressione fiscale per partite Iva, commercianti, professionisti. Vogliamo arrivare a tutti, ma non è possibile subito. La critica costruttiva mi serve, mi aiuta quando sbaglio. Chi agisce inevitabilmente sbaglia, ma sbaglia soprattutto chi non fa mai niente. E di critici fannulloni le giornate sono piene!"

"Vorrei un paese disarmato, intendo togliere le armi ai delinquenti. Ribadisco che il diritto alla legittima difesa, alla casa e al lavoro sono sacre! E l'ultima cosa di cui hanno bisogno gli italiani sono nuove tasse. Da parte di questo governo non vi sarà introduzione di nessuna nuovo aggravio fiscale. Ci opponiamo agli speculatori tipo Soros, che vogliono uomini e donne schiavi e consumatori di prodotti Made in China mentre i lavoratori italiani stanno a casa, e i nostri produttori fanno fatica sotto il peso delle tasse e della burocrazia."



"Intendo unire l'Italia nel rispetto delle tradizioni e diversità. La mia gioia più grande è il contatto con gli umili, quando qualcuno mi dice:

"Non mi interessa il selfie con lei, signor ministro. La voglio ringraziare per avermi restituito l'orgoglio di essere italiano e di appartenere ad un grande popolo."

"Possiedo poche certezze. L'assenza di dubbio affligge gli stolti. Ma una certezza la voglio con voi condividere. È la fiducia che questa nostra lunga marcia non la potrà fermare niente e nessuno. Con passione, entusiasmo, coraggio, buon senso crediamo in un'Italia migliore, lo facciamo per la memoria di chi non c'è più, per noi e per le future generazioni. Rispettiamo chi ci rispetta, per il diritto al lavoro e il diritto alla sicurezza. Anche per chi scappa dalla guerra. Nessuno può dire che non c'è diritto di asilo in Italia. Il rosario, il Natale, 'Tu scendi dalle stelle', le croci e i presepi ci appartengono. Contribuiscono all'apertura mentale dei nostri figli.
Dobbiamo resistere ai poteri forti che intendono depredare e desertificare l'Italia. Pertanto dobbiamo essere tutti uniti. Uniti si vince!"



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