LA MARCIA BRANCALEONE PER SCONFIGGERE LA MAFIA FASCISTA
La marcetta di protesta svoltasi ad Ostia l'11 di novembre era partita col piede sbagliato. Se l'intenzione era quella di protestare contro " tutte le mafie ", quello striscione con la scritta " No alla violenza fascista e mafiosa " avrebbe perlomeno dovuto accompagnarsi a qualcheduno speculare di protesta contro la violenza comunista e mafiosa. Avremmo dunque voluto vedere pure qualche bella scritta contro la mafia delle Coop rosse e quelle bianche, che si arricchiscono coi soldi dei contribuenti alle spalle dei migranti. Oppure contro la mafia metastatizzata dentro Roma Capitale, ed anche contro la mafia incistita in Vaticano. Tali striscioni invece brillavano per accecante assenza . Evidentemente troppo equilibrio e libertà di espressione avrebbero inquinato le nobili intenzioni di suddetta parata di benpensanti.
" Questo corteo non solo è antifascista, ma è anche antimafia " spiegava la rappresentante del Laboratorio Civico X del parroco ostiense Franco De Donno, da tempo impegnato nella Caritas diocesana e nella accoglienza dei migranti. Costui inoltre ha da poco abbandonato la cura delle anime nella sua parrocchia per potersi dedicare a tempo pieno alla politica. Si può notare come la Chiesa ideologizzata di papa Francesco ultimamente sforni preti che fanno politica ed accolga politici a predicare dai pulpiti.
Ad Ostia, comune sciolto e commissariato da tempo per mafia, in data 5 novembre CasaPound aveva raccolto circa il 9% dei favori dell'elettorato alle elezioni amministrative. Poi una testata da parte di un violento fratturava il setto nasale ad un giornalista Rai che gli poneva domande su presunti legami tra il suo clan ed il partito emergente. Il documento video dell'aggressione ne dimostra tutta la efferatezza, ma la testata di Ostia non avrebbe dovuto occupare in modo così esaustivo ed ossessivo per giorni e giorni le principali testate giornalistiche in Italia. Ciò puzza parecchio di bruciato e di strumentalizzazione di parte. Infatti il caso di quell'altro reporter pestato e rapinato ieri l'altro nel parco della Montagnola a Bologna da una decina di immigrati spacciatori di droga è già archiviato ed in fase di oblio. Nessuna marcia di protesta è stata organizzata in tale occasione.
Ad Ostia gli animi della Sinistra senza macchia né paura colgono dunque spunto dalla suddetta testata per marciare uniti, risoluti e fieri contro la minaccia del Fascismo .
" Partecipiamo al servizio di tutti gli antifascisti per dire no alla violenza fascista mafiosa e criminale " esclamava con fervore il presidente provinciale dell' Anpi, Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Detta associazione curiosamente continua a sussistere sebbene da oltre 70 anni la guerra sia finita ed il Nazifascismo crollato. Essa è finanziata con soldi pubblici ed è capillarmente diffusa su tutto il territorio nazionale. In realtà l'Anpi non appare essere altro che una delle tante sue costole che la Sinistra mobilita all'occorrenza. Nella marcia di Ostia appunto ne avvertiva il bisogno.
Siccome non era affatto nelle intenzioni degli organizzatori di politicizzare detta manifestazione, si aggiravano tra la gente anche Stefano Fassina di Sinistra Italiana, ed un nutrito gruppetto di pentastellati con in testa Alessandro Di Battista, Roberta Lombardi, Paola Taverna ed il sindaco di Roma Virginia Raggi. Costei subito chiariva: " Non sono qui per fare campagna elettorale " . Certamente tutti la credevano immediatamente sulla parola: domenica 19.11 infatti c'è ad Ostia il ballottaggio fra la candidata grillina e quella di Fratelli d'Italia per l'elezione a sindaco.
Per prolungare il ricamo su suddetta testata ostiense da parte delle testate nazionali, FNSI ( Federazione Nazionale Stampa Italiana ) insieme alla associazione LIBERA avevano organizzato ad Ostia una successiva marcia " per la libertà di stampa e contro le mafie " , intendendo difendere la libertà della stampa della sinistra e protestare contro la mafia della destra. LIBERA è una mega associazione che comprende oltre 1500 associazioni nazionali e locali, gruppi, cooperative e movimenti. È stata fondata da un prete pop di sinistra, don Luigi Ciotti, che ne è pure presidente, allo scopo di promuovere giustizia sociale, pace, solidarietà, diritti dei poveri, ambientalismo ed altri simili cavalli di battaglia. Dulcis in fundo il suo scopo è anche quello di lottare contro tutte le mafie. Come tale LIBERA si propone in particolare di gestire beni sequestrati alla mafia, e sotto tale aspetto da semplice associazione è cresciuta velocemente a diventare una holding dai bilanci milionari. Ironia della sorte vuole che le attività di Libera abbiano già fatto insospettito un Pubblico Ministero dell' Antimafia e più di un Prefetto. Ma don Ciotti per ora si sente confortato dalle benedizioni di Nunzio Galantino segretario CEI e di papa Francesco, nonché da amicizie secolari come quelle di Antonio Ingroia, di Gustavo Zagrebelsky e di Maurizio Landini.
In occasione di tale iniziativa non poteva infine mancare il messaggio di sostegno da parte di Rosy Bindi, presidente Dem della Commissione Antimafia, al presidente FNSI. Ma come era avvenuto con la prima, anche la seconda marcetta partiva col piede sbagliato: quello sinistro e politicizzato appunto.
La mafia infatti non è né di destra, né di centro e neppure di sinistra. Essa è trasversale ad ogni partito o movimento, si muove e si sistema ovunque ci sia convenienza e prospettiva di guadagno. Non ha colore ideologico, non conosce particolare appartenenza politica, non è fenomeno circoscritto al territorio di un'isola. Essa attecchisce straordinariamente bene laddove vi siano corruzione etica e di costumi. Questo è un motivo che ben spiega perchè ad esempio la Chiesa Cattolica ne sia da sempre infiltrata. Ma tale realtà viene spesso sottovalutata o addirittura negata per buonismo e bigotteria.
Lo scrittore Leonardo Sciascia nel libro " Todo Modo " spiega tramite il sacerdote don Gaetano la commistione profonda che esiste tra Cattolicesimo ed il potere politico e mafioso. Don Mariano, nel " Giorno della Civetta " afferma che " la Chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio ". Il giornalista Gian Luigi Nuzzi nel suoi libri documenta bene la corruzione e gli affari illeciti in Vaticano, dalla potente lobby gay ai correntisti innominabili della banca IOR, che continua a sfuggire a qualsiasi controllo ed applicazione di normative in materia di antiriciclaggio. Anche un altro giornalista, Emiliano Fittipaldi, intinge la sua penna nelle stesse piaghe clericali. Inoltre la Chiesa di Bergoglio, che continua imperterrito a fustigare Italia ed Europa perché non accolgono quantità maggiori di migranti, è complice di tutte le mafie che si occupano di questo traffico di migranti. Un traffico ancora più lucrativo di quello della droga, come ebbe a dire tempo fa un mafioso. Infatti con l'accoglienza la Chiesa fa davvero affari d'oro, sistemando i migranti nelle proprie numerosissime strutture altrimenti dismesse. Certi preti poi si sentono coinvolti in modo speciale nella pia opera di accoglienza dei giovani stranieri, dedicandovi non solo l' anima, ma soprattutto il corpo. Da alcuni anni le cronache dei giornali tracimano di sacerdoti che intrattenevano rapporti sessuali con giovani immigrati. Come ad esempio il caso del prete a luci rosse di Saronno, ricattato da due migranti. Oppure il caso dell'orgetta sessuale con migranti del prete di Imperia. E che dire poi dei festini gay a base di cocaina nella abitazione vaticana di monsignor Capozzi, segretario del cardinale Francesco Coccopalmerio?
Il sindaco Raggi marciava dunque ad Ostia a manifestare contro la locale mafia violenta e fascista. Rientrata in Campidoglio c'è da scommetterci che Mafia Capitale e la mala romana stanno ora tremando di paura. WonderWoman ha infatti promesso di riportare la capitale ai fasti e splendori degli anni '60.
I romani e l'Italia tutta sono in trepida attesa.
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