TEMPO DI AVVENTO TRA FAKE NEWS E RANCORE
Quasi un italiano su tre è oggi a rischio di povertà, vale a dire quasi 20 milioni di cittadini, 30% tondi tondi. I dati ISTAT del 2016 sono nettamente peggiorati rispetto al già drammatico 28.7% dell'anno precedente, ed al 28.3% del 2014.
La crisi economica del trascorso decennio, insieme alle fallimentari politiche italiane, hanno portato disoccupazione, contrazione industriale, perdita di competitività, aumento ulteriore del debito pubblico e calo di fiducia nel futuro. L'Italia non figura più tra le prime 10 potenze economiche mondiali, ma sta scivolando sempre più giù, scavalcata da paesi come lndonesia, Messico, Turchia, Arabia Saudita e Corea del Sud. La Fiat fuit, ha delocalizzato, si è fusa con Chrysler e paga tasse all'estero. Alitalia si taglia le ali, ogni volo perde colpi nonostante emiri arabi ed iniezioni di soldi pubblici. La dominante ideologia della globalizzazione ha portato migliaia di aziende a chiudere l'attività, ad essere vendute, assorbite, disciolte o spostate in paesi dove costo del lavoro e tassazione sono più bassi. Imprenditori che agivano per conto di élites finanziarie hanno smembrato aziende svendendole al miglior offerente. I lavoratori italiani sono stati invece spediti a casa, a guardare la tv di stato che gli racconta che il paese cresce e la disoccupazione cala.
Ma nessuno racconta loro che i panettoni Motta ed Alemagna, di cui appare la pubblicità sullo schermo, non sono più italiani. Che certe blasonate squadre di calcio, oltre ai giocatori, hanno stranieri anche i proprietari. Che ormai non sono più italiane Galbani, Invernizzi, Parmalat, Cirio, Bertolli, Carapelli, i motoscafi Riva, gli yacht Ferretti, la Telecom, la Rinascente, Bottega Veneta, Loro Piana, Gucci, Valentino, Fendi, Ducati, Benelli, Lamborghini, Pirelli, Ansaldo Breda, Italcementi, Eridania, Algida, Gancia, Scotti, eccetera, eccetera.
Ad Antonio Campo Dall'Orto è subentrato Mario Orfeo come direttore, ma non è certo cambiato il soporifero palinsesto Rai di fiction e reality, calcio e pubblicità, telegiornali e varietà. Vi domina incontrastato il pensiero politicamente corretto, che narra con enfasi la puntata quotidiana della Renziade e le ultime imprese governative del nobiluomo Gentiloni, mentre stalinianamente deforma o esclude le voci dell'opposizione. La par condicio dell'informazione pubblica è stata soppiantata dall'ubiquitaria apparir condicio in tv del leader PD.
E mentre crisi economica e politiche di sinistra evaporano il ceto medio e prosciugano i pensionati, i giovani istruiti ma disoccupati partono per l'estero in cerca di lavoro e dignità. Chi rimane a casa succhia il risparmio dei genitori, discute di calcio nei bar, e si sballa di spinelli anche per non pensare al futuro. Il ministro PD del lavoro Giuliano Poletti manderebbe i giovani italiani a giocare a calcetto piuttosto che scrivere i propri curricula vitae, perché così troverebbero lavoro con maggiore facilità. Egli poi vedrebbe con favore la dipartita all'estero dei figli degli italiani, pur di non avere sempre tra i piedi degli autentici rompicoglioni! Mentre Poletti pronunciava tali frasi shock, il figlio del ministro del lavoro, rimasto invece in patria, riceveva 500.000 € di fondi pubblici per un suo oscuro ed invenduto settimanale. Gli italiani hanno ancora appreso come lo stesso ministro intrattenesse rapporti, diciamo così, di lavoro con tale Salvatore Buzzi, faccendiere di professione, e dedito al tanto " umanitario " traffico di cooperative e migranti. Famosa è una sua intercettazione laddove dice: " Tu c'hai idea de quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende di meno ". Meno famosa, ma molto istruttiva è un'altra intercettazione di Buzzi a riguardo delle coop, dove fa riferimento al ministro del Lavoro: " Io...metto in campo anche l'artiglieria pesante, eh... arriva Giuliano Poletti! ".
I giornali mainstream hanno da poco scoperto che tra il popolo serpeggia non solo malcontento, ma anche rancore, e si affrettano dunque a coglierne gli aspetti ed a spiegarne le cause, dal momento che le elezioni nazionali si avvicinano. Che gli italiani non fossero proprio felici della propria condizione era risaputo. Incuria dell'ambiente, libertà parziali, disonestà diffusa, redditi ingiusti e malgoverno cronico hanno relegato il grado di contentezza italiana in 48ma posizione, appena sotto l'Uzbekistan, secondo i parametri dell'ultimo World Happiness Report delle Nazioni Unite. Ma per i giornaloni nostrani il crescente risentimento della gente è causato dall'egoismo di non voler condividere il proprio benessere con gli ultimi della terra, dalle fake news e da Trump e Salvini. Muovere critica ad un governo che non crea nuovi posti di lavoro per i giovani italiani, costringendoli alla disoccupazione o ad emigrare, ed accoglie al tempo stesso un flusso senza fine di migranti per lo più africani, da mantenere a 35 € e più al giorno a testa, diviene così un atto di becero populismo. In questi cupi tempi i media sembrano più preoccupati ad avvertire gli italiani che sta rispuntando ovunque il fantasma del fascismo, piuttosto che documentare onestamente il disastro nazionale prodotto da quattro governi di sinistra di fila non eletti da nessuno, i quali invece di operare per il bene degli italiani, difendono innanzitutto gli interessi propri, insieme a quelli dei grandi istituti di credito e delle élites finanziarie.
Intanto Matteo Renzi percorre l'Italia a bordo del suo treno sempre più vuoto. Gli alleati di un tempo sono già scesi nelle varie stazioni e scappati: Alfano, Velardi, Verdini, Pisapia, Grasso. La cocca sua preferita Maria Elena sta per scendere alla prossima fermata. Mentre i consensi precipitano, la contestazione aumenta. Il rancore degli italiani verso di lui é visibile, udibile e palpabile in ogni provincia visitata, tranne che per la Rai di Orfeo. Ormai le tappe del viaggio sono segrete ai più, per evitare al segretario PD di fare ulteriori brutti incontri. Ma Renzi non vede l'Italia del rancore, ma solo quella della speranza alla quale lui vorrebbe tanto corrispondere. Vicino a Viterbo il treno travolge uccidendola una donna ad un passaggio a livello. Ma Renzi non demorde e non si scoraggia, anzi medita quale migliore balla raccontare ancora al popolo bue. Joe Biden, ex vice di Obama, gli suggerisce dunque una brillante idea: c'è un complotto contro di lui! Putin è il burattinaio che manovra populisti, che fa diffondere fake news e che gli hanno già fatto perdere il referedum costituzionale.
" Voglio continuare la battaglia contro le operazioni di disinformazione che... non solo io o il PD, ha subíto in questi anni. Chiederò l'istituzione di una Commissione di inchiesta, con i poteri della magistratura, sulle operazioni di disinformazione, meglio chiamarle così piuttosto che fake news... ". Così Renzi minacciava dalla sua carrozza di prima classe.
È curioso vedere come colui che era conosciuto sin da giovane come " il bomba " per le bufale che già allora raccontava, muove crociata contro le fake news degli avversari, mentre sembra non rendersi conto che il rancore degli italiani nei suoi confronti scaturisce proprio dal ricordo delle frottole raccontate loro. L'elenco è piuttosto lungo.
Renzi aveva promesso il taglio delle tasse più sostanziale della storia del paese. Invece la pressione fiscale al 43.5% è solo aumentata. Il debito pubblico doveva scendere in modo consistente, ma è al 132% del PIL, e ha toccato il record di 2300 miliardi di euro. Aveva con gran spavalderia promesso di estinguere il debito della Amministrazione Pubblica nei confronti dei suoi creditori italiani. Ciò purtroppo non é successo. E anche i nuovi posti di lavoro promessi da Renzi sono rimasti per metà lettera morta, e quelli realizzati hanno spesso stipendi da fame. Inoltre la maggior parte degli amatriciani terremotati sono ancora in roulottes sotto la neve, invece che nelle casette promesse da Renzi. Se nelle roulottes avessero sistemato i migranti, l'UE insieme al Papa e all'ONU avrebbero già da subito gridato: campi di concentramento!
Di fakes renziane ve ne sono state tante, non in ultima quelle sulla " solidità " del sistema bancario italiano e sulle misteriose voragini prodottesi nei bilanci di alcune particolari banche. Di fake news ne aveva raccontate anche la prediletta renziana Boschi davanti al Parlamento, negando ogni suo coinvolgimento nelle vicende di banca Etruria. Fake news provenienti da Sinistra diffondono timore che il fascismo sia ancor oggi un pericolo reale.
La fake news più grande, che accomuna Renzi a tutta la Sinistra, è quella che racconta come l'inarrestabile flusso di migranti verso l'Italia sia causato da guerra, dall'ambiente ostile, dalla fame, dallo sfruttamento e da Boko Haram. Anche se ora il segretario PD, dopo la recente sonora batosta alle elezioni amministrative, perora improvvisamente la necessità di " aiutarli a casa loro ", gli italiani non potranno mai dimenticare come fu proprio il governo Renzi a firmare avidamente con l'UE la clausola derogante dagli accordi di Dublino, per monopolizzare il traffico di migranti nel Mediterraneo centrale. Evidentemente l'immigrazione e la umanitaria accoglienza conviene moltissimo ai tanti amici, vescovi e conoscenti, come il sopracitato Buzzi ha ben ricordato. Inoltre il PD spera di intercettare presto il voto politico dei migranti, non appena li ha resi cittadini italiani.
Di fronte a queste frottole gli italiani si sentono presi in giro, provando un profondo rancore che non può restare più a lungo inespresso. Infatti è la Sinistra essa stessa che è diventa colossalmente fake: da difenditrice dei poveri è diventata serva delle banche, delle élites finanziarie e dei loro progetti di ingegneria migratoria e mescolanza di culture in occidente. Del resto anche Papa Bergoglio è strumentale a ciò, quando esorta ad abbattere muri e costruire ponti, e raccomanderebbe che il meticciato va favorito in Europa. La Chiesa vende terreni destinati a costruzione di moschee, concede a tal scopo persino chiese in disuso. E poi fa fruttare l'immenso suo patrimonio immobiliare stipandolo di migranti. Anche l'emerito arcivescovo di Milano Angelo Scola guarda con favore ad un meticciato di cultura e civiltà. Eugenio Scalfari poi esorta la Sinistra a creare un popolo mondiale unico grazie al meticciato. Un popolo uniforme dunque, di mezza cultura comune, di mezzo colore, di mezza ricchezza o povertà, privo di identità e ubbidiente al pensiero unico. Scalfari stesso sembra incarnare un' anima via di mezzo fra Mendel e Mengele.
Se la Sinistra è così preoccupata per non far sentire offesi gli immigrati dai simboli e dai valori della cultura italiana, c'è davvero da chiedersi quanto il PD e compagni possano essere ancora sensibili al risentimento degli italiani che si vedono prevaricati a casa propria e privati anche del presepe. Raccontare che il tradizionale presepe, istituito da San Francesco patrono d'Italia, possa costituire veramente turbamento alla sensibilità straniera, appare essere un'altra fake news. In realtà l'attacco al presepe costituisce una forma particolare di jihad che la Sinistra ha lanciato da tempo contro la sacralità della famiglia come centro di etica e di dignità umana, e contro il cristianesimo.
Il rancore tra gli italiani aumenta anche perché il dissenso verso il governo e la difesa della propria cultura sono sistematicamente aggredite e zittite dal potere politico, mediatico e giudiziario. Chi contesta le prevaricazioni degli zingari diventa un razzista, chi si oppone all'occupazione musulmana del suolo pubblico é un islamofobo, e chi manifesta disaccordo con l'immigrazione forsennata fa discorso d'odio.
Si spera che presto ci sia per l'Italia una via di uscita dal caos in cui l'ha condotta la Sinistra, che essa non diventi sempre più una succursale di Nigeria, Maghreb e Corno d'Africa, e che si possa assistere ad un nuovo risveglio collettivo ai propri valori, alla tradizione ed alla civiltà.
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