BARCA DI PIETRO E BARCONI DI MIGRANTI


Si è appena conclusa con sbarco a La Valletta la vicenda dei 49 migranti "salvati" da due navi ONG in acque libiche, impedendo cioè che la guardia costiera di Tripoli li riportasse in Africa. La Sea Watch 3, bandiera olandese con 32 passegeri, e la Sea Eye, bandiera tedesca con 17 passeggeri, hanno invano dovuto attendere per quasi tre settimane che un porto italiano si aprisse. Nel suo diniego il Ministro dell'Interno Matteo Salvini era stato chiarissimo:

"L'italia ha già accolto quasi un milione di persone negli ultimi anni. Possiamo fornire alle navi medicine, viveri e vestiti. Basta però ricatti morali, la pacchia per i trafficanti di esseri umani deve finire. Meno partenze ci sono, e meno morti in mare ne conseguono, per il bene dei bambini africani costretti ad attraversare a proprio rischio e pericolo deserti e mari. Le navi sono in acque maltesi, le bandiere olandese e tedesca. Non è affar nostro."

Da quando l'inquilino del Viminale ha chiuso i porti italiani alla tratta degli esseri umani, incurante degli insistenti ululati di protesta dei benpensanti, degli antifascisti, dei giornaloni di sinistra e della chiesa bergogliana, effettivamente sono approdati nel meridione molti meno migranti. Precisamente nel 2018 sono arrivate per via mare in Italia "solo" 23.371 persone, contro le 119.369 del 2017. Se si considera che in fondo al mare nel 2017 erano finite oltre 2000 persone, nel 2018 tale tragica cifra scendeva a circa 400. Fare capire a tutte le anime belle imbevute di marxismo culturale, che meno sbarchi evidentemente recano meno morti, è impresa pressoché impossibile. Logica e buon senso non sono il loro forte. Specialmente quando il merito di tale riduzione immigratoria e di morti va attribuito all'agire risoluto e coraggioso di Salvini, che sta pure smantellando buona parte di tutta la costosa e lucrativa industria dell'accoglienza messa in piedi dai precedenti governi PD.


Mentre nel mondo oltre 200 milioni di cristiani sono quotidianamente perseguitati e uccisi nel pressoché totale silenzio del Vaticano e dei media main stream, Papa Francesco I° tra Natale ed Epifania scendeva dal suo trono, e si spendeva più volte in accorati appelli a favore proprio di quei 49 migranti sopra citati. Durante la recita dell'Angelus in piazza San Pietro il 6 gennaio, il pontefice chiedeva dunque ai leader europei "concreta solidarietà nei confronti di queste persone". Il partito trasversale immigrazionista dalla lacrima sul viso tirava un sospiro di sollievo, riconoscente per questo formidabile spot pubblicitario papale. Quando poco dopo i 49 africani finalmente misero piede sul suolo di Malta tra i flash dei fotografi e il ronzio delle telecamere, canti e grida di giubilo dei buonisti no border esplosero ovunque, mani si spellarono in concitati applausi, e qualche papaboy si lanciò addirittura in frenetiche afrodanze.

Tutto il pontificato di Bergoglio è del resto caratterizzato dall'invito all'Italia ed all'Europa di accogliere quanti più migranti. Un'accoglienza gestita, inutile dirlo, coi soldi delle tasche dei cittadini, ma rigorosamente tenuta lontana dalle alte mura vaticane. La gendarmeria pontificia del resto non tollera nemmeno la presenza dei clochard tra le colonne di piazza San Pietro. Dal 2013, anno del suo insediamento e del suo primo viaggio ( significativamente a Lampedusa ), Francesco I° ha trasformato il Vaticano in una specie di succursale della Open Society Foundations di George Soros, oppure in un quartiere UNHCR. L'ONU a Marrakech ha ribadito che le migrazioni devono essere "ordinate, sicure e regolari", mentre per il Papa romano esse devono invece essere "regolari, ordinate e sicure". Durante una delle tante sue omelie dedicate ai migranti, nel 2016 il Papa aveva ammonito i fedeli:

"Chi non accoglie non è cristiano e non entrerà nel Regno dei Cieli".

La chiesa bergogliana non si mobilita contro le inique politiche economiche dell'Unione Europea, contro la povertà dilagante, la disoccupazione strutturale, le insidie dell'islamizzazione, oppure a favore dei tanti cristiani perseguitati e dei terremotati di Amatrice e dintorni. Dai pulpiti domenicali risuona invece, in modo ossessivo e compulsivo, il mantra secondo cui "Gesù era un profugo" e che quindi bisogna "riconoscere in ogni profugo Gesù". Domenica 6 gennaio Bergoglio traeva spunto dalla fuga in Egitto della Sacra Famiglia per parlare ancora della cattiva sorte dei migranti, vittime del rifiuto e dello sfruttamento.

"Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini" (Mc 1, 17)



Se è vero che l'interpretazione del Vangelo presenta sfumature diverse a seconda
dell'epoca della lettura, coll'avvento del cattocomunismo bergogliano tale Sacra Scrittura acquista significato nuovo e concreto nel contesto del grande business migratorio in corso nel Mediterraneo. Che l'immigrazione sia un buon affare per la Barca di Pietro lo dimostra un rapporto della Caritas: nel 2016, anno in cui il governo Renzi faceva entrare nei porti italiani oltre 180.000 migranti, il 17% di loro furono accolti dalla CEI ( Conferenza Episcopale Italiana ), che finanziava la amorevole accoglienza utilizzando al 79% i soldi dello stato italiano. Alla Chiesa riusciva così di mettere a frutto pure il suo cospicuo patrimonio immobiliare sparso per tutta la penisola. Cooperative dedite all'accoglienza spuntavano come funghi in seno alle varie diocesi. La Madonna dei Bambini di Torino fatturava ad esempio 1.5 milioni €/anno, la Diakonia Onlus  di Bergamo 8.1 milioni€/anno.

Essendo la Chiesa Cattolica una struttura gerarchica simil militare, cardinali, vescovi e preti si sono dovuti allineare volenti o nolenti alla linea impressa dal Santo Padre. Anche se a molte teste critiche salta spesso in mente il detto secondo cui il pesce puzza dalla testa - tanto per restare in tema di pesca - , esse non osano esporsi pubblicamente. Questo più per timore del Grande Capo, le cui ire paiono terribili, e anche per paura di ritorsioni, piuttosto che per il legame al proprio voto di obbedienza. Del resto esiste abbondante evidenza come anche gli altri due voti, quelli cioè di castità e povertà, siano spesso disattesi, specialmente in Vaticano.
La CEI è pertanto stata schierata come un esercito a difendere le remuneranti politiche immigratorie, e spara micidiali cannonate contro il ministro Salvini. Il suo presidente, Cardinale Gualtiero Bassetti affermava:

"La chiesa d'Europa riconosce che non c'è alternativa alla solidarietà fatta di accoglienza... Mi preoccupa il Decreto Salvini su Sicurezza e Immigrazione"

La replica di Salvini non si faceva attendere:

"Il mio stipendio è pagato da 60 milioni di italiani che vogliono sicurezza. Voglio garantire chi scappa da guerra vera, e dichiarare guerra a scafisti, mafiosi e trafficanti di esseri umani."

E mentre il vociferante sindaco di Palermo e quello di Napoli, insieme ad un bellicoso gruppuscolo di colleghi Sindaci PD, dichiaravano di non intendere rispettare le direttive contenute nel decreto suddetto, fomentando così aria di fronda contro una legge dello Stato appena approvata, il Cardinale Bagnasco, ex presidente CEI, entrava a gamba tesa sulla questione. Per Bagnasco "vi sono situazioni dove l'obiezione di coscienza è un principio riconosciuto."
Salvini non arretrava di un millimetro:

"Il Catechismo dice che accogliere lo straniero è un dovere nella misura del possibile. Secondo me, la misura l'abbiamo già raggiunta da un pezzo. Abbiamo già dato prova di generosa accoglienza nei recenti anni passati. Adesso dobbiamo occuparci e preoccuparci degli italiani."



Il 29 luglio era uscito il settimanale cattolico "Famiglia Cristiana ", la cui tiratura raggiunge un milione di copie. La copertina intendeva esprimere tutto lo sgomento dell'episcopato per la politica immigratoria del ministro dell'Interno. Una mano si leva sul suo volto, mentre il titolo è eloquente: "Vade retro Salvini". Bisogna sapere che la frase shock riecheggia la formula usata dai preti esorcisti per cacciare il maligno dall'anima degli invasati: "Vade retro Satana". La frase appartiene a Gesù, quando si rivolge seccato a Pietro che non voleva intendere (Mc 8,33).
Il settimanale pubblicava poi al suo interno articoli vari, tesi a sostenere l'ineludibile ed ineluttabile necessità dei cristiani di accogliere i migranti, secondo le modalità della parabola del Buon Samaritano. Inoltre questa riflessione del Cardinale Francesco Montenegro:

"Rifiutare i migranti significa non riconoscere la presenza di Dio in loro. Non è ateismo rifiutare Dio?"

Le chiese di periferia pullulano di preti antisalviniani ringalluzziti dalla predicazione immigrazionista del pontefice argentino, che è cieco dinnanzi al terrorismo islamico,  straordinariamente bonario con le narco-dittature in Bolivia e Venezuela, ed accomodante col comunismo cinese e cubano. Don Luca Favarin di Padova non ha voluto in chiesa il tradizionale presepe, in segno di protesta contro Salvini. "Se non si accoglie, allora niente presepe! Questo è il più evangelico dei segni". A Palermo Don Giuseppe Garofalo organizzava la deposizione della statuina del "bambinello" nella mangiatoia durante la notte di Natale. Il presepe era allestito a bordo di una unità della guardia costiera, ed il bambinello Gesù era...nero. Presso le parrocchie dei preti progressisti va molto di moda allestire il presepio su un barcone, con a bordo la Sacra Famiglia ogni tanto di colore, e i pastori sostituiti dai migranti. A Genova don Paolo Farinella ha addirittura chiuso la chiesa per Natale, in segno di protesta contro il Decreto Sicurezza e Immigrazione: "Gesù era il migrante tra i migranti".
Durissimo padre Alex Zanotelli:

"È sacrilegio chiudere i porti. Se non riconosciamo Gesù di Nazareth in ciascun migrante, che Papa Francesco dice che sono il sangue di Cristo, sì compie peccato mortale. I cristiani scelgano: o il Vangelo, o Salvini!"


Eppure vi sono voci dentro la Chiesa cattolica che contrastano con questa corale politicamente corretta e stucchevole. Joseph Ratzinger, appena prima che lo chiudessero a doppio giro di chiave dentro al monastero Mater Ecclesiae, aveva detto:

"Prima ancora del diritto a migrare, esiste il diritto a non migrare."

Un'altra voce critica è quella del Cardinale della Guinea Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Afferma Sarah:

"La mia più grande inquietudine è che l'Europa abbia perso il senso delle sue origini, le sue radici. Un albero senza radici muore. Ho paura che l'Occidente muoia. Vi sono tanti segni. Non c'è più natalità. Arrivano popoli da tutto il mondo, che man mano saranno soverchianti. Cambieranno totalmente la cultura occidentale, le sue certezze, i suoi valori... La Chiesa sbaglia gravemente se ritiene che la sua missione principale sia quella di occuparsi dei migranti. La sua missione non è tanto la politica o la giustizia sociale, quanto la evangelizzazione."

Intorno agli ignari 49 migranti sbarcati a Malta la disunione europea è stata faticosamente ricompattata. 15 di essi verranno accolti in Italia a spese della Chiesa Valdese, alla faccia della Chiesa Cattolica, e senza che lo Stato debba sborsare per loro un centesimo. Gli altri se li prenderanno l'Olanda, la Germania, il Portogallo, la Spagna, il Lussemburgo e la Romania.

Ma Salvini avverte: "Durante l'estate 650 migranti dovevano essere ricollocati in altri paesi, secondo gli accordi europei. Fino ad oggi sono partiti solo 150 persone. All'appello mancano dunque 500. Prima di trasferire in Italia i 15 da Malta, quei 500 devono essere ricollocati in Germania, Olanda e in altri 7 nazioni europee che ancora non hanno ottemperato agli impegni presi. Conte incontrerà presto il commissario Avramopoulos sulla questione."

Un ultima riflessione, dedicata alle fantasiose omelie di Francesco I°. Gesù sarà pure stato profugo in Egitto, ma dopo breve se ne tornò coi genitori in patria, a lavorare in falegnameria. La stragrande maggioranza dei migranti invece non dimostra avere la benché minima intenzione di tornare a casa propria.














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